Davide Corraro, dottorando di Diritto processuale civile, Rebecca Ghio, dottoranda di Sociologia economica e studi del lavoro, Elham Sajjadi, dottoranda di Medicina traslazionale
Con cinque giorni di lezioni, workshop e dibattiti su come le università possano contribuire alla costruzione della società di domani è tornata, dal 3 all’8 luglio a Utrecht la LERU Doctoral Summer School, edizione 2022.
A rappresentare l’Università Statale di Milano all’appuntamento annuale pensato per dottorandi e dottorande provenienti dai 23 Atenei della League of European Research Universities e dalla rete associata di università dell’Europa centrale, c’erano Davide Corraro, dottorando di Diritto processuale civile, Rebecca Ghio, dottoranda di Sociologia economica e studi del lavoro, ed Elham Sajjadi, dottoranda di Medicina traslazionale.
Selezionati da una Commissione interna alla Statale, presieduta da Francesco Ragusa, delegato del rettore per i Dottorati di ricerca e rappresentante per l’Ateneo nel gruppo Doctoral Studies della LERU, Davide, Rebecca e Elham hanno preso, insieme ad altri 57 partecipanti, alle attività della summer school culminate con la stesura di un manifesto su come l’università, con la sua didattica e ricerca, possa relazionarsi con la società per la costruzione di un futuro migliore.
Il manifesto è stato presentato e discusso durante la giornata conclusiva in una tavola rotonda alla presenza di Henk Kummeling, rettore dell’Università di Utrecht, Kurt Deketelaere, segretario generale della LERU, Aniek Moonen, presidente del Jonge Klimaatbeweging, e Hilligje van’t Land, segretaria generale dell’Associazione Internazionale delle Università (IAU).
“La summer school è stata un momento di confronto internazionale sul ruolo che dovrà ricoprire l’Università del futuro per essere davvero inclusiva e rispondente alle sfide del mondo che verrà e continuare a generare valore”, ci racconta Davide Corraro. Per Rebecca Ghio, “la summer school è stata un’occasione per tornare a confrontarsi e discutere di persona con colleghe e colleghi di differente provenienza sia geografica che disciplinare sul futuro delle nostre società e sull’esigenza di cambiamento, anche radicale, nei valori e nel ruolo degli Atenei nel delineare le priorità di domani”. “Una stimolante esperienza educativa con un programma intenso di lezioni, workshops e discussioni che mi ha permesso di apprendere anche quelle soft skills utili alla preparazione di un manifesto, poi presentato e discusso insieme agli stakeholders”, conclude Elham Sajjadi.
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