Pubblicato il: 29/03/2020
Ca' Granda

Il cortile centrale di via Festa del Perdono

Care Colleghe e cari Colleghi,

quando ogni mattina entro in via Festa del Perdono e cammino per i suoi chiostri deserti e silenziosi, dopo essere passato di fronte al Policlinico e avere rivolto un pensiero grato e partecipe a tutto il Personale sanitario di ogni età che lavora, e si ammala, nei nostri ospedali, mi è impossibile non ricordare anche voi tutti. E penso allora a come sia davvero difficile, per un'università, proseguire il proprio percorso di "comunità dei saperi" senza poter fare ricerca come prima, senza laboratori, senza biblioteche, senza vedere e sentire la presenza viva dei nostri studenti, dei nostri dottorandi, assegnisti e specializzandi.

Eppure, in momenti come questi, dobbiamo ricordare che la centralità dello studente, tante volte ribadita nei nostri obiettivi strategici, non è e non deve rimanere una formula vuota. Per tale motivo, nella dolorosa certezza che questa situazione durerà ancora a lungo, protraendosi sino all'estate, desidero ringraziarvi sinceramente per l'impegno profuso in forme di didattica nuove e spesso per nulla "amichevoli", per la funzione, anche sociale, che le nostre attività di insegnamento a distanza, dalle lezioni agli esami e alle tesi, pur con tutti i loro limiti, stanno oggi rivestendo.

Pochi giorni fa, Ivano Dionigi, già Rettore dell'Università di Bologna, ha ricordato in un articolo che "professore" deriva da "profiteri", che significa "professare": a noi dunque spetta, come stiamo facendo, professare non solo i nostri saperi e le nostre competenze, ma anche un'etica della responsabilità e della compassione, pur con tutti i dubbi, le incertezze e le imperfezioni che essa può portare con sé.

Sono certo che proseguiremo in questa direzione, senza retorica, senza canti dalle finestre, con la sola forza consapevole dell'utilità del nostro lavoro, sempre ringraziando coloro che, con fatica mai sufficientemente ripagata, stanno tenendo in piedi i servizi essenziali, ciò che permette alla nostra didattica e ai nostri luoghi di ricerca di mantenere viva in noi tutti un'idea forte e autentica di università.

Con i miei saluti più cari
Il rettore Elio Franzini