Pubblicato il: 14/06/2021
La Vasca Votiva di Noceto

La Vasca Votiva di Noceto

La Vasca Votiva di Noceto (PR) rappresenta uno dei più antichi e meglio conservati luoghi di culto d’Europa e fin dal suo ritrovamento avvenuto nel 2005 gli studi si sono concentrati sulle implicazioni archeologici e culturali legate alla costruzione di una struttura di tale portata. La Vasca Votiva infatti è un unicum a livello mondiale e tale da innovare profondamente, per le sue caratteristiche, le conoscenze scientifiche sull’Età del Bronzo. Rappresenta un monumento senza confronti fra le strutture lignee pre-protostoriche europee, in quanto è la struttura più antica (XV/ XIV secolo a.C.), più grande (70 m2) e meglio conservata.

Lunga più di 10 metri, larga 6 e profonda almeno 5, la struttura è stata realizzata dal popolo terramaricolo (media Età del Bronzo, circa 3.500 anni fa) con il legno ricavato dai tronchi di quercia dalle antiche foreste che fino ad allora coprivano buna parte la pianura padana. La Vasca venne colmata di acqua, come raccontato dai sedimenti che si trovano al suo interno, e venne arricchita da numerosi oggetti deposti al suo interno: vasellame e soprattutto strumenti in legno legati alle attività agricole, tra cui numerosi aratri.

Lo scavo archeologico condotto dal dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio” dell’Università Statale di Milano ha permesso il recupero del materiale ligneo che è stato restaurato grazie all’impegno del Ministero della Cultura e del Comune di Noceto. Inoltre, una volta terminata la prima fase di indagine ci si rese conto che al di sotto della struttura lignea ne esisteva una più antica, collassata per ragioni non ancora chiarite mentre era in costruzione. Più recentemente, lo stesso dipartimento della Statale ha completato la ricomposizione della struttura lignea all’interno del Museo Archeologico della Vasca Votiva, che verrà inaugurato a breve.

Gli stessi materiali lignei rinvenuti sono stati studiati in collaborazione con gli esperti della Cornell University (USA) e hanno permesso di approfondire il significato della Vasca Votiva, la sua età e l’età di quella sottostante, nonché il possibile ruolo che tali strutture giocarono durante l’Età del Bronzo. La vasca più antica venne edificata attorno a 1.444 anni prima di Cristo, mentre la seconda venne realizzata 1.432 anni prima di Cristo.

Gli archeologi hanno riconosciuto l’elevatissimo potenziale di interesse scientifico, divulgativo e didattico della Vasca Votiva, che rappresenta la più alta testimonianza delle competenze dei terramaricoli - finora fortemente sottovalutate - in tema di ingegneria, geotecnica, carpenteria e capacità di gestione del lavoro e delle risorse naturali. La vasca monumentale testimonia l’eccezionale impegno della comunità agricola nel realizzare un bacino artificiale di acqua per la deposizione delle offerte votive.

Dal punto di vista archeologico la realizzazione della Vasca Votiva corrisponde ad un momento di trasformazione all’interno della società dell’Età del Bronzo, che vide l’aumento nella complessità e dimensione dei villaggi terramaricoli e in una trasformazione dell’uso delle risorse naturali verso un sempre più sistematico sfruttamento delle terre coltivabili e l’introduzione di complesse strutture per la gestione delle acque. Questi aspetti, così come lo sforzo che implica la realizzazione una struttura lignea di tale dimensione, suggeriscono un aumento della complessità sociale e la nascita di forme di cooperazione nella realizzazione di opere di grande portata. Il risultato di questa rivoluzione è stato il controllo completo sulle risorse della Pianura Padana e, già a partire da 3.500 anni fa, un’influenza determinante delle comunità umane sull’ambiente naturale” commenta Andrea Zerboni, co-autore dello studio.

Link allo studio pubblicato su Plos One. 

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