Pubblicato il: 17/09/2024
Frana del Pizzo Cengalo, Svizzera, Canton Grigioni, 2017.

Frana del Pizzo Cengalo, Svizzera, Canton Grigioni, 2017.

Dal 30 settembre all'11 ottobre, il corridoio antistante dell'Aula Magna di via Festa del Perdono 7 ospita l’esposizione fotografica intitolata “Le Grandi Frane trasformano montagne e condizionano società”. Apertura: lunedì-venerdì, ore 8-19.30.

Promossa dal dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” dell'Università Statale di Milano, la mostra invita a sensibilizzare il pubblico sulle sfide poste dalla geologia alpina e su come le forze della natura modellino il mondo che ci circonda, creando consapevolezza dei rischi e adozione di strategie di prevenzione.

Attraverso 40 pannelli espositivi, la mostra, articolata in due sessioni dal titolo rispettivamente "Le frane e il loro impatto sulla società” e “La possibile convivenza tra uomo e frane” esplora le frane alpine e le loro cause e conseguenze, offrendo uno sguardo inedito su una realtà che, sebbene lontana per molti, riguarda da vicino il nostro futuro.

Frana di Gallivaggio, Comune di San Giacomo Filippo, Sondrio, 2018.

Frana di Gallivaggio, Comune di San Giacomo Filippo, Sondrio, 2018.

Per questo percorso espositivo abbiamo selezionate spettacolari riprese fotografiche di scenari alpini segnati da eventi franosi che lasciano cicatrici talvolta indelebili - ci racconta Tiziana Apuani, co-curatrice della mostra insieme a Corrado Camera - Si tratta di immagini che ritraggono la tristemente nota frana nell'invaso artificiale del Vajont (Italia, Pordenone, 1963) o come le montagne si trasformano ed evolvono, mettendo a nudo variopinte pareti rocciose, come quelle lasciate dalla frana di Croda Rossa (Italia-Trentino Alto Adige), di Val Pola (Italia, Sondrio, 1987) e di Val Bregaglia con la recente frana del Pizzo Cengalo (Svizzera, Canton Grigioni, 2017), e ancora,  le frane del Monte Crenone e di Peccia (Svizzera, Canton Ticino),  fino alle Alpi Francesi con la frana di La Clapière e quella di Super-Sauze (Francia, Provenza)”.

La mostra, inoltre, offre una doppia prospettiva: da un lato, la forza inarrestabile della montagna che si sgretola, dall'altro la capacità dell'uomo di resistere, prevenire e, in alcuni casi, convivere con questi eventi. L’esposizione è, infatti, un invito a guardare oltre le immagini e a comprendere l’interazione tra natura e società, per percepire la fragilità dei paesaggi che crediamo eterni e a costruire una cultura della resilienza. Le frane in natura sono fenomeni inevitabili, ma grazie a nuove conoscenze e tecnologie, possiamo ridurne l’impatto sulla vita umana

Insieme ai curatori e curatrici della mostra, i docenti Tiziana Apuani e Corrado Camera, è possibile scoprire da vicino le storie che si nascondono dietro le immagini in tre appuntamenti - 30 settembre, 4 ottobre e 8 ottobre, ore 16.30-18.30 - mentre gruppi e classi delle scuole superiori possono prenotare visite guidate scrivendo a tiziana.apuani@unimi.it.  

La mostra è realizzata nell'ambito del Progetto A.M.AL.PI.2018 “Alpi in Movimento, Movimento nelle Alpi. Piuro 1618-2018” Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera, cofinanziata da Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Italia-Svizzera.

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