Pubblicato il: 08/03/2024
L'intervento del rettore Elio Franzini che ha aperto la Giornata internazionale della donna in Statale

L'intervento del rettore Elio Franzini che ha aperto la Giornata internazionale della donna in Statale

L’Università Statale di Milano in prima linea per combattere la violenza in tutte le sue forme. In occasione della Giornata internazionale della donna, l'Ateneo, per essere ancora più efficace per combattere il fenomeno della violenza di genere, ancora dilagante, ha promosso un percorso di formazione e informazione rivolto a tutti, dalle istituzioni alla cittadinanza, dagli studenti ai docenti e al personale. Il titolo scelto per l'incontro che in Aula Magna ha aperto la giornata di iniziative in Ateneo, “Le parole che non ho (ancora) detto. Insieme contro la violenza”, ha voluto proprio sottolineare come la violenza, che spesso è nascosta e alimentata anche dal silenzio, possa essere riconosciuta, prevenuta e contrastata solamente attraverso un’azione congiunta di tutti gli attori della società. E invitare, così, la comunità a parlare e a portare alla luce situazioni di disagio e casi di violenza di genere, per tutelare la serenità e la sicurezza di studentesse e studenti.

“L’8 marzo, una festa che nasce in un momento in cui le donne erano particolarmente discriminate, sta diventando un momento centrale per tutto il Paese: con grandi sforzi stiamo raggiungendo traguardi importanti ma, all’accresciuta posizione femminile nella società, fanno da contraltare i problemi sul lavoro, di disuguaglianza e ingiustizia, oltra al drammatico problema della violenza di genere. Quest’anno in Statale la giornata dell’8 marzo sottolinea l’impegno a tutti i livelli, didattico, scientifico e di terza missione dell’Ateneo: dai risultati del questionario sulla violenza contro le donne alle iniziative del centro di ricerca Human Hall, alle nuove prospettive di ricerca che stiamo sviluppando sull’intelligenza artificiale e sul suo impatto discriminatorio nei confronti delle donne. Una giornata ricca di prospettive e animata dalle necessità di ascolto e dalle richieste delle nostre studentesse e dei nostri studenti”, ha aperto Marilisa D’Amico.

Dopo i saluti introduttivi del  rettore Elio Franzini, dell’assessora alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia Elena Lucchini che ha mandato un messaggio video e della vicesindaca del Comune di Milano, Anna Scavuzzo, una tavola rotonda ha introdotto i progetti di Human Hall, centro di eccellenza per la ricerca che promuove azioni concrete per favorire l’inclusione, per l’innovazione sociale e contro la violenza di genere dell’Università degli Studi di Milano, che nasce nell’ambito dello Spoke n. 6 del progetto MUSA – Multilayared Urban Sustainability Action - finanziato grazie al PNRR.

"La violenza contro le donne, vera e propria violazione dei diritti umani richiede l’attivazione di soggetti con competenze multidisciplinari per migliorare la capacità di riconoscere il fenomeno in tutte le sue forme. La nostra Regione si è dotata di una normativa attenta, ha stanziato quasi 10 milioni alle 27 reti territoriali antiviolenza, promosso campagne comunicative e sottoscritto un Protocollo con le Prefetture e uno con l’Ordine degli Avvocati e per garantire il gratuito patrocinio e dallo scorso luglio è stata avviata anche la sperimentazione volta all’individuazione di alloggi ALER per le donne vittime di violenza. Per un autentico cambio di paradigma resta però centrale il ruolo della comunità educante e per questo abbiamo sottoscritto una convenzione con l’Ufficio Scolastico Regionale e abbiamo fortemente voluto il bando rivolto al Sistema Universitario Lombardo per la realizzazione di progetti e percorsi formativi per contrastare la violenza e le discriminazioni. Grazie dunque all'Università degli Studi di Milano che oggi ha testimoniato la sua straordinaria capacità di mettere in comune competenze politiche, umane e professionali al servizio di studenti e studentesse contro ogni forma di violenza”, ha detto Elena Lucchini nel suo saluto video.

“Le università sono luoghi di crescita e formazione, dibattito e confronto, fondamentali per promuovere l'attenzione su temi importanti per il singolo e per la comunità, e certamente il contrasto alla violenza di genere può rafforzarsi là dove uomini e donne ragionano insieme sul presente e sul futuro, sulle culture delle nostre società, sulle relazioni fra le persone. Lo sportello 'Ad alta voce' permette all'Università Statale di Milano di avere uno strumento in più per essere a fianco delle sue studentesse, professoresse, dipendenti tutte, in uno spazio protetto e sicuro in cui poter ascoltare anche le voci più flebili, e un luogo dove chiedere aiuto”ha spiegato Anna Scavuzzo“Per combattere insieme violenze, molestie e abusi serve promuovere una cultura del rispetto, una abitudine a contrastare quelle piccole e grandi forme di discriminazione e violenza che si nascondono anche nelle parole e negli atteggiamenti: diamo un contributo anche nei nostri Servizi all'Infanzia, con bambine e bambini insieme ai loro educatori e alle loro educatrici impegnati in progetti educativi incentrati sul contrasto agli stereotipi di genere, per promuovere l'abitudine al rispetto del valore di ogni persona, ed è un percorso che convintamente condividiamo con i più piccini e a chi si occupa del loro percorso di crescita”.

 

Nel corso della mattinata sono stati presentati i risultati preliminari del Questionario “Indagine su violenze di genere e atti molesti a sfondo sessuale nell’ambito dell'Università degli Studi di Milano”. Al questionario sono state fornite 5.244 risposte valide: nello specifico, ha risposto il 6% del corpo studentesco, il 25% del corpo docente, il 25% del personale TAB e il 32% della categoria che include assegnisti, borsisti, specializzandi, dottorandi, ricercatori. Rispetto ai reati, il numero più elevato di segnalazioni ha riguardato il reato di atti persecutori via email, sms, app, con un totale di 347 segnalazioni, seguito dal reato di diffamazione in relazione alla sfera sessuale, con 266 segnalazioni. La maggior parte delle segnalazioni proviene numericamente dal corpo studentesco, ma la categoria più colpita in termini percentuali risulta quella composta da assegnisti, borsisti, ricercatori e specializzandi, soprattutto per quanto riguarda le ipotesi di violenza sessuale o tentata violenza sessuale (per maggiori dettagli si rimanda alla scheda allegata “Indagine su violenze di genere e atti molesti a sfondo sessuale nell’ambito dell'Università degli Studi di Milano – risultati preliminari”) 

Proprio per rispondere a una esigenza innanzitutto di ascolto, prevenzione e intercettazione della violenza di genere all’interno della popolazione universitaria, la Statale di Milano ha strutturato lo sportello “Ad Alta Voce”, promosso da Marilisa D’Amico, Prorettrice delegata a Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti e da Marina Brambilla, Prorettrice delegata ai Servizi per la Didattica e agli Studenti dell’Università degli Studi di Milano. Lo Sportello comincerà a lavorare da aprile, è rivolto a tutta la comunità interna e sarà realizzato in collaborazione con il Centro Antiviolenza della Clinica universitaria Ostetrico Ginecologica “L. Mangiagalli”, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, che fa sempre riferimento all’Ateneo.

Lo sportello Ad Alta Voce è un ulteriore tassello del grande lavoro che è stato fatto in questi anni dalla comunità della Statale in relazione alle tematiche di genere e all'inclusione. Il contrasto alla violenza di genere dovrà essere per noi sempre più un obiettivo imprescindibile, perché come comunità educante, siamo chiamati a guidare con l'esempio”, ha commentato Marina Brambilla.

A seguire, la lettura “Esagerate! Frammenti di una stand up tragedy”, di e con Cinzia Spanò, attrice, drammaturga, regista teatrale e autrice dello spettacolo “Esagerate!”. A conclusione della mattinata è stato presentato “Libere e uguali. Per una nuova idea di parità”, il progetto, lungo un anno, di Donna Moderna, realizzato con la collaborazione scientifica della Statale, che mira a smantellare stereotipi e pregiudizi che rallentano l’affermazione di una società realmente equa ed inclusiva, creando terreno fertile per una cultura poco rispettosa delle donne. Il progetto si svilupperà nel corso del 2024 con una serie di tavoli di lavoro ai quali parteciperanno, oltre ai giornalisti ed esperti coinvolti nel contrasto e nella prevenzione di ogni forma di violenza, rappresentanti della comunità degli studenti e dei ricercatori.