Pubblicato il: 24/04/2025
 Il fossile di Eucyon monticinensis di Verduno incluso nel sedimento. Foto di Marco Cherin.

Il fossile di Eucyon monticinensis di Verduno incluso nel sedimento. Foto di Marco Cherin.

Lo scheletro del fossile di Eucyon monticinensis, uno dei più antichi membri della tribù dei Canini, un gruppo di canidi che include i lupi moderni, è stato ritrovato sulle sponde del fiume Tanaro dal gruppo di paleontologia del dipartimento di Scienze della Terra in provincia di Cuneo presso Verduno. Il genere Eucyon risale al tardo Miocene, circa 10 milioni di anni fa, e la sua diffusione in Eurasia dall’America attraverso lo Stretto di Bering ha segnato un momento cruciale nell’evoluzione dei canidi.

Il ritrovamento di questo esemplare fossile, incluso in una matrice rocciosa particolarmente resistente, ha rappresentato una sfida scientifica affrontata con l’utilizzo di tecnologie tomografiche all'avanguardia per fare una mappatura tridimensionale delle strutture ossee preservate all'interno del sedimento, utilizzata per una ricostruzione virtuale dello scheletro.

Pubblicato sulla rivista Zoological Journal of the Linnean Societylo studio sul fossile è stato condotto da un team internazionale di paleontologi delle Università di Perugia, Milano, Torino, Sapienza di Roma, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa, del Museo di Storia Naturale di Berlino e del Museo di Storia Naturale di Stoccolma.

Le tecniche di analisi morfologica delle ossa e le indagini tomografiche, che consentono un approccio non invasivo, hanno offerto un'opportunità unica per lo studio paleoneurologico, “la creazione di un calco digitale dell’encefalo ha reso possibile un confronto diretto con l'organizzazione cerebrale di canidi sia attuali che estinti, aprendo nuove finestre sulla biologia comportamentale di Eucyon”, spiega Dawid Adam Iurino – che ha contribuito allo studio con l’analisi tomografica, la ricostruzione dello scheletro e l'analisi paleoneurologica del cervello  - docente del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano.

Dalle osservazioni neuroanatomiche si evince che la corteccia cerebrale di Eucyon risulta notevolmente meno sviluppata rispetto a quanto osservato in specie sociali come lupi e licaoni e ciò suggerisce un comportamento di caccia opportunistico, probabilmente solitario, con una dieta variegata che spaziava da piccole prede, fino all'integrazione di insetti e materiale vegetale. Infatti, “le analisi condotte su questo esemplare fossile hanno permesso di ricostruire le relazioni evolutive tra le diverse specie di Eucyon scoperte fino ad oggi, offrendo una nuova e più aggiornata interpretazione sulla diversificazione di questo gruppo e le sue relazioni con le volpi e i Canini moderni”, commenta Beatrice Azzarà, assegnista di ricerca presso l’Università di Perugia e coordinatrice dell’articolo.

Reperti fossili come quello di Verduno rappresentano una rarità, conferendo quindi al ritrovamento un notevole valore scientifico. Essi permettono di aprire una finestra unica sul passato, testimoniando la ricchezza e l’importanza del patrimonio paleontologico custodito nei nostri territori.

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