Pubblicato il: 08/02/2019
Atrofia muscolare spinale

Word cloud per atrofia muscolare spinale

La rivista Brain pubblica uno studio con cui un team di ricercatrici e ricercatori del Centro Dino Ferrari, dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti dell'Università Statale di Milano e IRCCS Fondazione Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico scopre due nuovi bersagli terapeutici NRXN2 e SYNCRIP - alternativi al gene SMN, dimostrando così il loro possibile ruolo come modificatori della patologia neurodegenerativa.

L'Atrofia Muscolare Spinale (SMA), dovuta a mutazioni autosomico-recessive del gene SMN (Survival Motor Neuron), è una grave patologia neurodegenerativa, caratterizzata dalla morte di un particolare tipo di cellule, i motoneuroni del midollo spinale, ovvero i neuroni che trasportano i segnali dal Sistema Nervoso Centrale ai muscoli, controllandone il movimento. Costituisce nella forma SMA di tipo 1 la più frequente causa genetica di mortalità nell'infanzia; ne esistono altre forme più tardive denominate SMA 2 e 3. Questa malattia causa nei pazienti una progressiva debolezza, atrofia muscolare, deficit nella deglutizione e difficoltà respiratorie. L'unico farmaco attualmente approvato (un oligonucleotide antisenso) e altre terapie in fase di sperimentazione clinica sono volte ad aumentare in diversi modi la produzione di SMN, la proteina carente nella SMA. Tuttavia, questi tipi di trattamenti sono efficaci (in relazione alla sopravvivenza e a rilevanti parametri motori) solo se somministrati precocemente e non è ancora stato chiarito se siano adatti anche per le forme di SMA meno gravi.

Per migliorare la strategia terapeutica è necessaria una maggiore comprensione dei meccanismi molecolari alla base di questa complessa patologia. Lo studio dell'espressione genica delle cellule dei pazienti rispetto a quello di soggetti sani può sicuramente fornire una chiave di svolta anche per l'identificazione di nuovi bersagli terapeutici per la SMA non-dipendenti da SMN.

Il team di ricerca dello studio, appena pubblicato su Brain, ha scoperto che due bersagli terapeutici alternativi a SMN sono NRXN2 e SYNCRIP, identificati come possibili modificatori dell'Atrofia Spinale Muscolare (SMA).

A coordinare la ricerca, è Stefania Corti, docente di Neurologia e direttrice del Laboratorio di cellule staminali neurali del dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti dell'Università Statale, una ricerca condotta in collaborazione con il Laboratorio di genetica e bioinformatica dell'IRCCS Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco) e dell'Istituto di bioscienze e biorisorse del CNR di Napoli.

"Una complessa analisi di espressione dei geni, condotta in un modello umano in vitro costituito da motoneuroni derivati da cellule staminali pluripotenti indotte, ottenute da fibroblasti cutanei di pazienti affetti da SMA e soggetti sani - spiegano le ricercatrici Federica Rizzo e Monica Nizzardo, primi co-autori dello studio - ha permesso l'identificazione di ulteriori geni, la cui espressione è alterata nella patologia, e la scoperta di elementi che accomunano questi geni".

I ricercatori hanno aumentato l'espressione dei geni identificati dimostrando un miglioramento delle caratteristiche della malattia nelle cellule dei pazienti, e anche nei modelli SMA murino e vermiforme.

"Questo notevole risultato - conclude la professoressa Stefania Corti - testimonia la necessità di continuare ad approfondire i meccanismi della neurodegenerazione nella SMA, con l'identificazione di nuovi marcatori molecolari utili a comprendere la malattia, a valutare appieno la risposta terapeutica alle molecole attualmente disponibili e a contribuire all'ottimizzazione di presenti e future  strategie terapeutiche".


Lo studio è stato condotto con il supporto anche di Fondazione Cariplo.

Contatti