Pubblicato il: 10/09/2025
Immagine di laboratorio tratta da Pixabay di Jarmoluk.

Immagine di laboratorio tratta da Pixabay di Jarmoluk.

Individuare in modo accurato gli embrioni con maggiore potenziale di sviluppo è una delle sfide ancora aperte nella riproduzione assistita. A proporre una soluzione innovativa è uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) intitolato “Micro magnetic resonance spectroscopy for noninvasive metabolic screening of mammalian embryos and oocytes”.

La ricerca è stata coordinata da Giulia Sivelli, head of Biology division di Annaida Technologies, giovane startup svizzera con sede all’EPFL di Losanna, e da Marco Grisi, CEO della società. Giulia Sivelli si è laureata all’Università Statale di Milano con un progetto presso ReDBioLab incentrato sull’embriologia bovina, esperienza che ha posto le basi per lo sviluppo della nuova tecnologia.

Tra i coautori figurano anche Alberto Maria Luciano e Valentina Lodde, docenti di Anatomia veterinaria del dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali dell’Università Statale di Milano, che hanno contribuito con la loro trentennale esperienza nello studio dell’embriogenesi in vitro nel modello bovino.

La ricerca introduce una tecnica basata sulla microspettroscopia di risonanza magnetica (micro MRS), capace di analizzare in maniera non invasiva lo stato metabolico di embrioni e ovociti. Applicata a oltre 150 campioni bovini in fase precoce, la metodica ha permesso di distinguere con efficacia gli embrioni con maggiori probabilità di sviluppo, senza comprometterne la vitalità.

Questa tecnologia potrebbe rivoluzionare i criteri di selezione degli embrioni, consentendo di trasferire in utero quelli con maggiori probabilità di dare origine a una gravidanza e, infine, a una nascita. Oltre ad aumentare l’efficacia delle ART, il metodo micro MRS potrà fornire anche nuove conoscenze fondamentali sullo sviluppo embrionale umano e sui meccanismi alla base della biologia riproduttiva”, spiega Alberto Maria Luciano.

Un ulteriore aspetto di rilievo riguarda la sicurezza: uno studio multigenerazionale condotto su modello murino non ha evidenziato effetti avversi dovuti all’esposizione degli embrioni al campo magnetico statico. “Nel complesso, questi risultati dimostrano come la micro MRS rappresenti uno strumento promettente e sicuro per la valutazione del metabolismo embrionale, con la prospettiva di migliorare l’efficienza e gli esiti delle ART”, conclude Valentina Lodde.

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