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"Quarto Rapporto sul secondo welfare in Italia"
Il welfare state italiano continua a essere in profonda sofferenza. A causa degli scarsi investimenti pubblici in ambito sociale e dei complessi mutamenti socio-demografici in atto, Stato, Regioni e Comuni faticano a risponde efficacemente alle necessità vecchie e nuove dei cittadini. Al contempo, tuttavia, cresce e si rinforza la schiera degli attori privati – sia profit che non profit – che, spesso lavorando insieme attraverso alleanze inedite, intervengono sussidiariamente in quelle aree di bisogno lasciate parzialmente o totalmente scoperte dal Pubblico. Una dinamica sempre più ampia e complessa, che sta cominciando a influenzare anche attività e politiche apparentemente lontane dai "classici" confini del welfare.
Sono alcuni degli elementi che emergono dal "Quarto Rapporto sul secondo welfare in Italia", documento biennale - presentato il 25 novembre a Milano - realizzato da Percorsi di secondo welfare, Laboratorio afferente al Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi di Torino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, che analizza le principali dinamiche sociali in atto nel nostro Paese ponendo particolare attenzione a esperienze innovative messe in campo da imprese, parti sociali, enti del Terzo settore e gruppi di cittadini. Il volume, curato dai docenti dell'Università Statale, Franca Maino e Maurizio Ferrera, del dipartimento di Scienze sociali e politiche, si intitola "Nuove Alleanze per un welfare che cambia" (Giappichelli Editore) ed esplora cambiamenti, esperienze concrete e prospettive di un settore fondamentale per la vita dei cittadini ma troppo spesso oggetto di letture ideologiche piuttosto che di analisi che tengano conto della complessità dei dati a disposizione.
Franca Maino, direttrice di Percorsi di secondo welfare, presentando i principali contenuti del volume sottolinea come “il Quarto Rapporto mette in luce tendenze che i soli dati quantitativi spesso non riescono a riportarci nella loro complessità. Le nostre ricerche evidenziano come a più livelli si stiano sperimentando sinergie e alleanze inedite tra attori privati, profit e non profit, per affrontare alcuni bisogni sociali. E in tutto questo il Pubblico comincia a percepire con maggiore chiarezza il bisogno di essere della partita”.
"L'associazionismo dei corpi intermedi impegnati nel campo del secondo welfare - commenta Maurizio Ferrera, Scientific Supervisor di Percorsi di secondo welfare - non può essere fine a se stesso ma, come indicava Alexis de Tocqueville, deve sempre assumere forme aggregative orientate al raggiungimento di beni collettivi e ispirati a una logica di condivisione sociale. Nel nostro Paese stanno aumentando le realtà che si muovono in questo solco. È una dinamica positiva a cui anche la Politica dovrebbe prestare maggiore attenzione”.
Il rapporto integrale di Percorsi di secondo welfare è disponibile online.
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