Pubblicato il: 10/06/2025
Studenti e studentesse all'Università Statale di Milano

Studenti e studentesse all'Università Statale di Milano

La percentuale di occupati fra i laureati e le laureate dell’Università Statale di Milano è in crescita e rimane superiore rispetto alla media nazionale. È quanto emerge dal rapporto 2025 sulla Condizione occupazionale dei laureati presentato oggi da Almalaurea, il Consorzio Interuniversitario che ha analizzato circa 690 mila laureati di 81 università.

Per quel che riguarda l'Università degli Studi di Milano, l’indagine ha preso in esame 21.957 laureati e laureate. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2023 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello (lauree magistrali e a ciclo unico) usciti nel 2019 e intervistati dopo cinque anni.

Per i laureati triennali (mai iscritti a un corso successivo) il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è dell’80,2%, in crescita di più di due punti percentuali rispetto allo scorso anno e superiori alla media nazionale, che si attesta al 78,6%. Il contratto di lavoro è a tempo indeterminato per il 37,9%, determinato per il 23,9%, mentre un 12,4% svolge attività in proprio. 

Per i laureati di secondo livello a un anno dalla laurea l’occupazione è dell’83,8%, 4 punti percentuali in più rispetto allo scorso anno, mentre la media nazionale si ferma al 78,6%Di questi il 23,1% degli occupati può contare su un contratto a tempo indeterminato, il 21% a tempo determinato e un 9% svolge un’attività in proprio. 

A cinque anni dalla laurea di secondo livello il tasso di occupazione sale al 92,6%, in crescita di 4 punti percentuali rispetto al 2024 e migliore della media nazionale che si attesta all’89,7%. I contratti a tempo indeterminato sono il 52,3%, a tempo determinato il 12,9%, mentre a svolgere un’attività in proprio è il 17%. 

In linea con lo scorso anno la distribuzione nei settori lavorativi: il 64% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 33,9% nel pubblico; il 2,1% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe l’81,5%, mentre l’industria accoglie il 16,3% degli occupati; 1,9% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

“Un’università multidisciplinare come la nostra ha un compito molto preciso: allenare le menti e forgiare capacità durature nel tempo, logica, linguaggio, storia, pensiero critico, per formare non solo lavoratori ma pensatori e cittadini. Una mente solida possiede cultura, metodo e capacità di analizzare la complessità della realtà che ci circonda: solamente accogliendo professionisti con anche queste competenze, e non solamente con capacità tecniche, il mercato sarà sempre in grado di reinventarsi alla luce dei continui e repentini cambiamenti”, ha concluso Marina Brambilla, Rettrice dell’Università degli Studi di Milano.