Pubblicato il: 16/09/2021
L'arrivo degli studenti rifugiati dall'Etiopia all'aeroporto di Fiumicino - Credits ©UNHCR/Alessandro Penso

L'arrivo degli studenti rifugiati dall'Etiopia all'aeroporto di Fiumicino - Credits ©UNHCR/Alessandro Penso


Sono Bisrat, Samuel e Fathi i tre nuovi studenti che l’Università Statale di Milano accoglie nell’ambito del progetto UNICORE 3.0 - University Corridors for Refugees realizzato insieme a 23 Atenei italiani, tra cui la Statale. Per il secondo anno l’Ateneo aderisce all’iniziativa umanitaria che offre ai rifugiati residenti in Etiopia l’opportunità di arrivare in Italia in maniera regolare e sicura per proseguire gli studi, in linea con l’obiettivo dell’UNHCR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati,

I tre giovani che studieranno in Statale sono arrivati questa mattina all’aeroporto di Fiumicino insieme ad altri 34 rifugiati destinatari di borse di studio (in totale saranno 45 i giovani rifugiati che arriveranno in Italia, l'arrivo degli altri otto è previsto nei prossimi giorni).

Bisrat, eritrea, ha 27 anni e intraprenderà il corso di laurea in Biotechnology for the Bioeconomy; Samuel, eritreo, ha 36 anni e studierà Data Science ed Economics; Fathi, di origine somala, 20enne, invece, studierà Medical Biotecnology e Molecular Medicine. I tre studenti si aggiungono a Samuel, eritreo, e Sabir, sudanese, già in Ateneo con il precedente bando, che frequentano rispettivamente i corsi di laurea in inglese in  Pharmacy Biotechnology   e International Relations.

Gli studenti, selezionati sui titoli e dopo un attento esame, volto ad accertare le loro competenze effettive, sono tutti e tre molto brillanti e motivati, con ben definiti progetti per il futuro – spiega Alessia Di Pascale, docente del Dipartimento di Diritto Pubblico Italiano e Sovranazionale e coordinatrice del progetto UNICORE 3.0 per la Statale -. Siamo molto felici di poter dare loro una chance di realizzarsi con questo progetto di corridoi universitari".

L'arrivo degli studenti rifugiati dall'Etiopia all'aeroporto di Fiumicino - Credits ©UNHCR/Alessandro Penso

L'arrivo degli studenti rifugiati dall'Etiopia all'aeroporto di Fiumicino - Credits ©UNHCR/Alessandro Penso

Il progetto UNICORE, iniziato nel 2019, ha fino ad ora visto la partecipazione di 28 università che collettivamente hanno messo a disposizione negli ultimi tre anni oltre 70 borse di studio. La selezione degli studenti, svolta dai singoli Atenei, si è basata sul merito accademico e la motivazione. I vincitori sono rifugiati provenienti da Eritrea, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo. 

Grazie ai partner del progetto, tra cui il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, il Centro Astalli, Gandhi Charity, ed un’ampia rete di partner locali, gli studenti riceveranno un sostegno adeguato per portare a termine gli studi ed integrarsi nella vita accademica e sociale.

Gli studenti inizieranno oggi il periodo di quarantena reso obbligatorio dall’emergenza Covid-19, dopo il quale potranno avviare il loro percorso universitario presso gli atenei su tutto il territorio italiano.

La crescita di questo programma dalla sua fase pilota con sei studenti ai 45 di quest’anno rappresenta un risultato molto importante”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “I rifugiati hanno bisogno non solo di ricostruire la loro vita in sicurezza e dignità, ma anche di poter esprimere al meglio le loro capacità e competenze per progettare un futuro prosperoso per sé stessi e per le comunità che li accolgono”. 

L'iscrizione dei rifugiati all'istruzione superiore a livello globale è del 5%, rispetto ad una media del 38% - un dato drammatico che testimonia ancora una volta la necessità di lavorare per rimuovere le barriere di accesso all’istruzione.

Entro il 2030 l’UNHCR si pone l’obiettivo di raggiungere un tasso di iscrizione del 15% a programmi di istruzione superiore per i rifugiati in paesi d’accoglienza e paesi terzi, anche attraverso l’ampliamento di vie di accesso sicure come i corridoi universitari.