Pubblicato il: 24/07/2024

L’Università Statale di Milano rende pubblico il Bilancio di Genere 2023, approvato dagli Organi Accademici nel mese di giugno 2024. 

Costruito, come sempre, sulla base delle Linee guida della Commissione sulle Tematiche di genere della CRUI del 2019, il Bilancio si conferma uno strumento essenziale per descrivere lo stato dell’arte della parità di genere in Ateneo e insieme al Piano delle Azioni Positive del Comitato Unico di Garanzia e il Gender Equality Plan permette di valutare nel tempo gli effetti delle politiche adottate dall’Ateneo, orientando ed, eventualmente, aggiornando tutte quelle azioni che incidono sul miglioramento del benessere lavorativo e sulla creazione di un ambiente universitario inclusivo.

Grazie a un puntuale lavoro di raccolta, analisi ed esposizione di dati ad opera del Comitato scientifico e di quello operativo, il Bilancio di genere offre un fedele ritratto della capacità dell’Ateneo sia di individuare le azioni più idonee per una piena ed effettiva parità tra uomini e donne nel lavoro, nella ricerca e nello studio, sia di descrivere, dati alla mano, la portata dei risultati raggiunti, puntando a quell’obiettivo di uguaglianza sostanziale, e non solo formale, prevista anche dal Piano Strategico 2022-2024 dell’Università Statale di Milano.

Con l’edizione 2023, il Bilancio di genere della Statale giunge alla sua quinta edizione e si articola in sezioni che spaziano dal contesto normativo internazionale, nazionale e universitario ai dati relativi alla popolazione della Statale, dagli obiettivi operativi e strategici di uguaglianza di genere alle azioni per la parità e l’inclusione messe in atto in Ateneo, fino al suo raccordo con il ciclo del Bilancio di Ateneo perché siano esplicitate anche le risorse investite a sostegno della parità e delle pari opportunità, sia nell’ambito lavorativo interno che nel contesto sociale.

Studenti e studentessa In Aula magna

Studentesse e studenti presso l'Aula Magna di via Festa del Perdono

Tra le azioni concrete “censite” dal Bilancio 2023 c’è l’adesione dell’Ateneo alla rete UNIRE – contro la violenza di genere - e al Centro interuniversitario di Studi sulla parità di genere e l’Osservatorio di Ateneo sulla violenza di genere, accanto a iniziative di formazione come i due corsi di perfezionamento in "Strumenti giuridici per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere" e in “Culture di genere e strategie di promozione della parità nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni”, il corso di formazione su “Linguaggio di genere e inclusivo” per il personale tecnico amministrativo e bibliotecario, la redazione di un Vademecum sul linguaggio di genere, il Monitoraggio 2022 e 2023 del Gender Equality Plan 2022-2024 e un bando di Ateneo per favorire il rientro dalla maternità delle giovani ricercatrici non assunte a tempo indeterminato. 

Di particolare rilievo anche gli interventi di welfare, agevolazioni e strumenti di flessibilità a favore del personale con cui l’Ateneo punta alla conciliazione vita-lavoro e al benessere individuale e collettivo, la creazione di una rete di Referenti per le politiche di genere a livello dipartimento e l’istituzione di un servizio di ascolto dedicato alle studentesse (“Ad alta voce”), che ha l’obiettivo di intercettare il disagio eventualmente vissuto all’interno delle relazioni, e che si avvale della collaborazione del centro antiviolenza pubblico SVSeD. 

La promozione delle iniziative a sostegno della parità di genere è centrale anche per Human Hall, l’Hub dei diritti umani dell’Ateneo, nato nell’ambito di MUSA - Multilayared Urban Sustainability Action, progetto finanziato dal PNRR e guidato dall’Università di Milano-Bicocca e portato avanti in collaborazione con l’Università Bocconi e il Politecnico di Milano per promuovere progetti di rigenerazione urbana, progetti di inclusione sociale e di innovazione tecnologica 

Passando ai dati sulla parità di genere relativa alla popolazione universitaria, il Bilancio prende in considerazione l’anno solare 2022-2023, proponendo in alcuni casi anche un confronto tra i dati di Ateneo e quelli nazionali.

Tra i fenomeni analizzati particolarmente significativi l’eventuale concentrazione di donne e uomini in specifiche aree disciplinari o professionali (segregazione orizzontale), l’eventuale difficoltà delle donne a progredire nel proprio percorso di studi o professionale e a ricoprire ruoli di responsabilità nella gerarchia di riferimento (segregazione verticale). 

Prendendo in considerazione la componente studentesca, in linea con lo scorso anno, il numero di donne immatricolate in Ateneo per a.a. 2022-2023 è in percentuale maggiore rispetto al dato nazionale (dati MUR) ma, nel complesso, rispetto all’a.a. 2021-2022 le studentesse immatricolate a uno dei corsi della Statale calano del 3%. 

Confermati anche i corsi di studio a prevalenza femminile nelle aree Health and welfare 69,6% | Arts and humanities 67,2% | Business administration and law 63,9% | Social sciences, journalism and information 60,8% - mentre in una delle aree a iscrizione prevalentemente maschile come l’Information and Comunication Technologies (15,7% donne contro 84,3% uomini) si registra un leggero incremento di iscrizioni da parte delle donne (+1,1%) sia in Ateneo che a livello nazionale, iscrizioni femminili in leggero calo (1,4%), invece, sia a livello nazionale che in Ateneo nell’area Services (24,9% donne contro 75,01% uomini). Invariato rispetto agli anni accademici precedenti la percentuale di donne laureate, anche nel 2022 nettamente superiore a quella dei laureati maschi, in linea con la superiorità numerica delle iscritte rispetto agli iscritti.

In laboratorio

In laboratorio

E ancora, la percentuale di dottorande e dottorate supera di gran lunga quella dei dottorandi e dottori di ricerca (59% contro il 41%), con l’area dell’Information and Communication Technologies che continua però a essere a prevalenza fortemente maschile (il 32,4% di donne contro il 67,6% di uomini).

Passando ai dati relativi a docenti, ricercatrici e ricercatori, si conferma la predominanza del genere maschile nel ruolo di professore ordinario (70,1% vs 29,9%), mentre si registra un incremento lento ma costante del numero di professoresse associate, passato dal 39,8% nel 2012 al 47,5% nel 2022. Resta pressoché equivalente il numero di ricercatrici (49%) e ricercatori (51%).

Per quanto riguarda le aree STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics, in linea con gli anni precedenti, soltanto il 32,3% diventa professoressa ordinaria nonostante la percentuale di donne dottorate sia superiore a quella maschile. 

Sulla base della ripartizione percentuale dei finanziamenti e del numero di progetti vinti per settori di ricerca ERC (a.s.2017-2022) - Life sciences, Physical sciences and Engineering e Social sciences and Humanities - emerge che le donne sono presenti in percentuali inferiori, ma nel settore delle Life Sciences il divario fra uomini e donne non è particolarmente sensibile. 

In aula di formazione

Lavoro in team

Le donne, invece, rappresentano la maggior parte del personale tecnico amministrativo e bibliotecario nelle aree amministrativa e amministrativa-gestionale (78%) e biblioteche (78%), con la sola eccezione dell’area tecnica dove gli uomini le superano di 10 punti percentuali (55% contro 45% femmine) in linea con il 2021. Con riferimento alla dirigenza amministrativa, rispetto al dato nazionale, il divario si inverte a favore della componente femminile, in linea con il dato del 2021, ma con un ulteriore incremento del 4% rispetto all’anno precedente. Nel 2022 si evidenzia un calo percentuale dal 93% al 85% (-8%) della componente femminile nell’ambito socio-sanitario, medico-odontoiatrico, ma nonostante questa flessione percentuale significativa, questa area resta quella a maggiore predominanza femminile, come nel 2021.

Per quanto riguarda gli incarichi istituzionali e di governo, si conferma la prevalenza maschile tra i direttori e direttrici di dipartimento (22 uomini contro 9 donne), i coordinatori delle scuole di dottorato (26 uomini contro 9 donne) e i direttori scuole di specializzazione (51 uomini contro 19 donne). 

Anche tra le professoresse e i professori emeriti emerge, relativamente all’arco temporale 1984-2022, la netta prevalenza del genere maschile in tutte le 9 Facoltà e Scuole (nel 2023 non sono stati conferiti titoli di professoressa o professore emerito).

Il Bilancio di Genere 2023 è disponibile nella pagina dedicata del portale unimi.it.

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