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Haematologica, autorevole rivista della European Hematology Association, pubblica uno studio dell'Università Statale di Milano, che dimostra la rilevanza del ferro nel processo di guarigione delle ferite.
Una sorta di "confutazione" dell'adagio latino chi di ferro ferisce, di ferro perisce, quindi, dimostrata, dati alla mano, da Stefania Recalcati, Elena Gammella e Gaetano Cairo del dipartimento Scienze biomediche per la salute, in collaborazione con Massimo Locati del dipartimento di Biotecnologie mediche e Medicina traslazionale dell'Università Statale di Milano.
Usando un modello murino di riparo della ferita, il team di ricerca è riuscito a dimostrare che il rilascio di ferro nel microambiente da parte dei macrofagi (una dei molti tipi di cellule del sistema immunitario) è necessario anche a livello locale per l'omeostasi e il riparo dei tessuti.
In particolare, lo studio ha infatti provato che l'inattivazione genetica selettiva nei macrofagi della proteina esportatrice ferroportina impedisce il rilascio di ferro da queste cellule, con conseguente accumulo del metallo. Ciò non solo riduce la proliferazione delle cellule del follicolo pilifero facendo sì che alla nascita i topi siano privi di pelo, ma compromette anche la proliferazione delle cellule stromali, la formazione di vasi ematici e linfatici e la fibrogenesi che si sviluppano a livello cutaneo dopo la lesione causando, in ultima analisi, un significativo rallentamento del processo di guarigione della ferita.
In blu, l’accumulo di ferro nei macrofagi presenti nella ferita in topi: a destra macrofagi senza ferroportina (KO), a sinistra macrofagi normali (WT).
"È noto da tempo che i macrofagi, rilasciando in circolo il ferro derivato dalla distruzione dei globuli rossi, esercitano un ruolo fondamentale a livello sistemico permettendo un'eritropoiesi efficace – afferma Gaetano Cairo, docente di Patologia generale in Statale. In accordo con la crescente consapevolezza della rilevanza dei macrofagi nella regolazione immuno-metabolica, questo studio per la prima volta evidenzia come il ferro debba essere aggiunto alla lista di mediatori trofici prodotti dai macrofagi attivi nel microambiente nei tessuti periferici".
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Gaetano Cairo
Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute
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