Pubblicato il: 24/08/2018
Cellule - Foto tratta da Pixabay

Cellule - Foto tratta da Pixabay

La rivista Nature Communications pubblica lo studio internazionale coordinato da Niccolò Bolli e Francesco Maura - ematologi del Dipartimento di Oncologia ed Emato-oncologia dell'Università Statale di Milano e della Divisione di Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori diretti da Paolo Corradini - che rivela come, dall’analisi del genoma delle cellule del mieloma multiplo asintomatico, si potrà in futuro prevedere con maggiore accuratezza la progressione della malattia, dalla sua variante silente verso forme aggressive e sintomatiche con maggiore accuratezza.

I ricercatori hanno analizzato il genoma di casi di mieloma asintomatico, poi progredito in mieloma sintomatico, per il quale si rendeva necessario il trattamento, evidenziando come, anche nelle forme asintomatiche, il mieloma abbia già tutte le caratteristiche genetiche delle forme sintomatiche. Particolarmente significativa si è rivelata l’analisi dei campioni di plasmacellule  - le cellule del sistema immunitario trasformate dal tumore - dello stesso paziente al momento dell’evoluzione, che ha consentito di identificare i cambiamenti alla base della variazione del comportamento del tumore.

Ricercatore nei laboratori della Statale - Foto di Paolo Sacchi 2011

Ricercatore nei laboratori della Statale - Foto di Paolo Sacchi 2011

 “Le implicazioni di queste ricerche sono potenzialmente di grande impatto – commenta Niccolò Bolli - vanno infatti dalla possibilità di migliorare la prognosi di questi pazienti attraverso interventi personalizzati secondo le caratteristiche della malattia di ogni individuo, alla riduzione dello stress emotivo dei pazienti che attualmente si devono sottoporre a test diagnostici senza poter conoscere in anticipo il destino della loro malattia. Inoltre, tramite una migliore stratificazione dei pazienti si potrà razionalizzare, e forse ridurre, la spesa sanitaria in test diagnostici e terapie”.

Lo studio è frutto di una collaborazione internazionale, coordinata dal professor Bolli, che ha coinvolto: l’Università di Harvard, sponsor del progetto, l'Intergoup Francophone du Myelome, che ha fornito i campioni, e il Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge, che ha condotto parte dell’analisi.

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