In laboratorio contro il Coronavirus
L'Università Statale di Milano è il quinto Ateneo al mondo per contributi scientifici alla ricerca contro il Coronavirus secondo Scopus, il database delle pubblicazioni e citazioni, fondato dalla casa editrice Elsevier nel 2004.
Con 211 pubblicazioni, 779 citazioni e 6,83 di impatto citazionale su base disciplinare, l'Ateneo milanese è solo a quattro posizioni dall'Università di Harvard, un ulteriore prestigioso riconoscimento frutto anche dell’immediato investimento dell’Università Statale, all’indomani dello scoppio dell’epidemia, in risorse umane ed economiche, come il personale medico, infermieristico e delle professioni sanitarie presso i Poli ospedalieri e il Fondo Ricerche Emergenza Coronavirus.
Dati Scopus: i primi 10 Atenei al mondo per produzione scientifica e citazioni su COVID-19
"Questo risultato prestigioso riflette le competenze interdisciplinari e consolidate della Statale, non solo nei settori della virologia, infettivologia, immunologia e delle scienze mediche in generale, ma anche della biologia molecolare, della chimica, della farmacologia e della fisica – commenta Maria Pia Abbracchio, prorettrice alle Strategie e Politiche della ricerca – È anche il risultato dell'investimento fatto a febbraio 2020 dall'Ateneo, fin dall'inizio della pandemia, nel promuovere le ricerche spontanee della Statale su COVID-19 attraverso un fondo di finanziamento interno straordinario per studi che portassero a risultati concreti in tempi brevissimi. Con un piccolo finanziamento di avvio, abbiamo potuto far partire progetti che hanno poi ricevuto sostegno anche da altre istituzioni, fra cui Fondazioni no profit e Regione Lombardia".
"L'Ateneo ha risposto in maniera coesa e unanime mettendo in gioco tutte le sue competenze pregresse, e cercando sinergie e collaborazioni fra i medici in prima linea nelle corsie degli ospedali e i ricercatori ai banchi del laboratori, in uno sforzo integrato e interdisciplinare che ha portato alla generazione di ben 233 progetti attivi in Ateneo in in questo momento. Ci aspettiamo, quindi, che questo trend nelle pubblicazioni scientifiche su COVID-19 continui per molto tempo ancora, alimentato dai risultati delle ricerche in corso – conclude il rettore Elio Franzini.
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