Pubblicato il: 21/06/2021
Immagine tratta da Pixabay

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Un convegno internazionale organizzato dalla Statale per una riflessione sulla Convenzione di Istanbul, in materia di violenza sulle donne, dopo l’uscita della Turchia dal Trattato.

Si tiene il 28 giugno, dalle ore 14, sulla piattaforma Teams, il convegno internazionale intitolato “The Future of the Istanbul Convention. What’s Next after Turkey’s Withdrawal?” per proporre una riflessione approfondita sullo stato attuale della Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa in tema di violenza contro le donne e violenza domestica, a seguito dell’uscita della Turchia dal trattato.

Articolato in due sessioni, il convegno è organizzato dal dipartimento di Diritto pubblico e sovranazionale della Statale con il Centro di ricerca interuniversitario “Culture di genere”, il CUG, Comitato Unico di Garanzia, della Statale e l’Ordine degli Avvocati di Milano. La riflessione partirà dall’attualità dopo che il presidente Erdogan, lo scorso marzo, ha annunciato l’uscita del Paese dalla convenzione che, firmata nel 2011,sancisce l’uguaglianza tra uomo e donna e definisce la violenza di genere come un atto discriminatorio e una violazione dei diritti umani. Per le autorità turche le leggi nazionali sono sufficienti a garantire la protezione delle donne. L’atto politico del presidente turco ha suscitato reazioni e proteste internazionali.

A introdurre i lavori saranno la prorettrice a Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti della Statale, Marilisa D’Amico, docente di Diritto costituzionale; Lorenza Violini, presidente del Cug e docente di Diritto Costituzionale e Catherine E. De Vries, Dean for Diversity and Inclusion e docente di Scienza politica all’Università Bocconi. Le due sessioni si occuperanno di fornire spunti di discussione sulle novità più salienti in materia di interpretazione e di applicazione della Convenzione di Istanbul all’interno del Consiglio d’Europa e degli Stati contraenti con un focus specifico che, nella seconda sessione, prenderà in esame i movimenti che si stanno sviluppando in Europa dell’Est inserendoli nel contesto del più ampio fenomeno del cosiddetto gender backlash.

Per partecipare registrarsi scrivendo a: violenzadigenere@unimi.it.