Pubblicato il: 14/01/2022
Bandiera ONU - Immagine tratta da Pixabay

Bandiera ONU - Immagine tratta da Pixabay

Il contesto politico, gli obiettivi e i risultati degli High Level Meetings e delle sessioni speciali all’Assemblea Generale nelle Nazioni Unite circa temi sanitari al centro di uno studio osservazionale, pubblicato su PLOS Medicine, organizzato e diretto dal Centre for Multidisciplinary Research in Health Science (MACH) dell’Università Statale di Milano, con i professori Andrea Gori e Mario Raviglione, in collaborazione con il professor Ariel Pablos-Mendez della Columbia University di New York e  Werner Obermeyer, direttore dell’Ufficio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità all’ONU di New York. Lo studio ha come primo autore  Paolo Rodi, neolaureato in Medicina e Chirurgia alla Statale e allievo del professor Raviglione.

Lo studio parte dalla considerazione che l’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite detiene un deciso peso politico che, a volte, viene esercitato anche nel campo della salute globale. Tuttavia, finora sono stati solo cinque i temi perseguiti e affrontati attraverso le cosiddette Sessioni Speciali e High Level Meetings (UNGASS/HLM): HIV e AIDS nel 2001, malattie non trasmissibili nel 2011, resistenza antimicrobica nel 2016, tubercolosi nel 2018 e copertura sanitaria universale nel 2019. Lo studio ha inteso fornire un'analisi completa – attraverso i documenti ufficiali pubblicati tra il 1990 e il 2020, la ricerca sulla letteratura in materia e i siti web delle istituzioni internazionali - del contesto politico che ha portato agli eventi, così come una valutazione degli obiettivi, degli approcci e del risultato finale.

I risultati sono stati ottenuti secondo il punto di vista globale delle Nazioni Unite in base a determinati criteri definiti dagli impegni presi a livello politico nazionale e internazionale e dalle tendenze delle risorse finanziarie.

In generale, ottenere una risposta politica efficace attraverso gli UNGASS/HLM rappresenta una sfida non secondaria – evidenzia Paolo Rodi -, sebbene nella storia dei cinque temi presi in considerazione, diversi elementi hanno evidenziato un maggiore impegno politico internazionale dopo le riunioni sull'HIV/AIDS (2001), sulle malattie non trasmissibili (2011) e sulla resistenza antimicrobica (2016). Al contrario, i meeting più recenti su tubercolosi (2018) e copertura sanitaria universale (2019) hanno ricevuto solo approvazioni generali a livello internazionale, ma degli impegni concreti ed effettivi non sono ancora documentati”.

In termini finanziari, emerge dallo studio, “gli investimenti sono stati notevoli nel campo dell’HIV e AIDS dopo la sessione speciale dedicata, anche se una vera attribuzione di successo alla riunione ONU può solamente essere ipotizzata. Ad ogni modo – spiega il professor Gori -, i finanziamenti contro le malattie non trasmissibili, la resistenza antimicrobica e la tubercolosi sono rimasti insufficienti per affrontare il peso di queste minacce, nonostante le riunioni sopracitate. In generale, la sessione speciale per l'HIV/AIDS è stata l'unica seguita da un livello di impegno politico e finanziario che ha probabilmente contribuito a un’inversione di tendenza della morbidità e della mortalità, mentre ancora si fanno attendere dei risultati così significativi circa gli altri quattro temi”.

In conclusione, sottolinea il professor Raviglione, “le sessioni speciali e gli high level meeting all’ONU hanno il potenziale per costruire solide fondamenta che aiutino ad affrontare con coraggio politico ed economico le principali sfide sanitarie. Tuttavia, sembrano esserci delle caratteristiche ineludibili e fondamentali per garantirne il successo: essere sostenuti da un ampio consenso politico; coinvolgere le autorità delle Nazioni Unite e gli organismi di alto livello; tenere in conto le implicazioni per la sicurezza internazionale e l'economia mondiale; essere sostenuti dalla società civile, da attivisti e da personalità di spicco; produrre una dichiarazione politica contenente obiettivi cosiddetti ‘smart’ e cioè specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e delimitati nel tempo. Pertanto, per garantire l'impatto sulle sfide sanitarie, non è sufficiente lavorare con l'Assemblea Mondiale della Sanità (all’OMS) e i Ministeri della Salute, ma è fondamentale coinvolgere attori al livello politico superiore, rappresentato dall'Assemblea generale dell'ONU e dai Capi di Stato e di Governo”.

Il link allo studio pubblicato su PLOS Medicine

Contatti

  • Andrea Gori
    Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti

  • Mario Carlo Battista Raviglione
    Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti