Lo skyline di Milano
Approfondire il tema del diabete e dell’obesità nelle città, partendo da due documenti strategici, l’Urban Diabetes Declaration e la Carta di Milano sull’Urban Obesity, per definire come implementare nella pratica quotidiana i principi ispiratori di questi due documenti.
È l’obiettivo di “Milano Cities Changing Diabetes. Il Network e la città”, incontro online che si terrà il 29 aprile, ore 14-17, promosso dall’Università Statale di Milano, capofila di Milano Cities Changing Diabetes Network , e da Health Cities Institute.
L’iniziativa nasce dalla volontà di stimolare una positiva interazione tra i vari enti, promuovere iniziative comuni, incentivare lo scambio di best practice per fronteggiare insieme la preoccupante diffusione nelle città delle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità.
Oltre a esperti e docenti, l’incontro vedrà la partecipazione di rappresentanti di Regione Lombardia, ANCI Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, ATS Città Metropolitana di Milano e della Rete dei Comuni aderenti al progetto.
Per l’Università Statale di Milano parteciperanno, dalla Sala di rappresentanza di via Festa del Perdono ma collegati online, il rettore Elio Franzini, la prorettrice a Terza missione, attività culturali e impatto sociale, Marina Carini, insieme a Michele Carruba, presidente onorario del Centro Studi e Ricerche sull'Obesità dell'Università Statale e presidente del Comitato Esecutivo di Milano Cities Changing Diabetes, e Livio Luzi, docente di Endocrinologia in Statale, direttore del Dipartimento di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche del Gruppo MultiMedica e presidente del Comitato Scientifico di Milano Cities Changing Diabetes.
Milano, dopo Roma, è la seconda città italiana per dimensione, con una popolazione di oltre 3,2 milioni di persone, di cui il 5,7 per cento ha il diabete “Si parla di numeri importanti, perché tra i casi accertati e quelli che non sanno di averlo, si stima siano oltre 240.000 le persone con diabete nell’area metropolitana di Milano, con un forte impatto sulla sanità della Regione. Basti pensare che il costo diretto medio annuo stimato da ATS Città Metropolitana di Milano per ciascun paziente con diabete adulto è di 2912 euro, dove i ricoveri rappresentano la maggioranza dei costi”, spiega Livio Luzi, docente di Endocrinologia dell'Università degli Studi di Milano nonché Direttore del Dipartimento di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche del Gruppo MultiMedica e Presidente del Comitato Scientifico di Milano Cities Changing Diabetes.
“L’obesità è uno dei principali fattori di rischio per il diabete e rappresenta un problema sempre più importante, soprattutto nelle grandi città come Milano, a causa dei profondi cambiamenti che l’urbanizzazione comporta nello stile di vita, come lavori sedentari, scarsa attività fisica, alimentazione scorretta. La peculiarità della Città Metropolitana di Milano, rispetto ad altre metropoli, è quella di avere una popolazione che per il 42 per cento è amministrata dal Comune di Milano e per il 58 per cento da 132 comuni limitrofi, aspetto che denota una forte attenzione verso il territorio ed un elevato potenziale di studio e osservazione”, afferma Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull'Obesità dell'Università degli Studi di Milano e Presidente del Comitato Esecutivo di Milano Cities Changing Diabetes, che aggiunge: “Ad oggi, la partecipazione del Comune di Milano e di numerosi Comuni dell’hinterland al Network di Milano Cities Changing Diabetes permette di raggiungere una copertura del 65 per cento della popolazione dell’area metropolitana e del 63 per cento delle persone con diabete residenti, rappresentando così un esempio virtuoso di network a livello globale”.
“L’interesse e il coinvolgimento della nostra Università in questo progetto consente all’Ateneo di esprimere la volontà di dialogare con il territorio e di coinvolgere la società, nelle sue varie articolazioni, mettendo a disposizione prima e valorizzando poi i risultati delle ricerche e delle azioni originali che si generano all’interno delle sue strutture”, sottolinea Marina Carini, Prorettore alla Terza Missione, Attività Culturali e Impatto Sociale dell’Università degli Studi di Milano. “Il progetto, ponendosi l’obiettivo di portare all’attenzione delle comunità il problema di come prevenire, combattere e risolvere il dilagare dei fenomeni patologici e non (con chiaro riferimento a tutti i determinanti sociali e culturali) che portano allo sviluppo del diabete, dell’obesità e di molte altre patologie croniche non trasmissibili, è perfettamente in linea con gli obiettivi sociali del prorettorato alla Terza Missione che si occupa, tra le altre cose, proprio della valorizzazione sociale e culturale delle azioni innovative che si generano all’interno dell’Ateneo”, conclude.
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