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Fondazione Telethon torna a "premiare" la ricerca dell’Università Statale di Milano, finanziando tre progetti dedicati allo studio rispettivamente delle malattie di Huntington, di Charcot-Marie-Tooth di tipo 2A e di Kufs di tipo B.
L’Ateneo pubblico milanese si aggiudica quindi tre finanziamenti - su un totale di 22 a livello italiano e otto nella sola Lombardia – nell’ambito del terzo round del Multi-round di Fondazione Telethon, bando sostenuto con le donazioni di cittadine e cittadine, che ha già finanziato – dal suo avvio nel 2021, oltre tre mila progetti su malattie genetiche rare.
Per questo terzo round del bando, la valutazione dei singoli progetti è stata affidata alla Commissione Medico Scientifica (CMS) della Fondazione, composto da 28 membri, che si sono avvalsi del supporto di 199 revisori esterni ed è avvenuta utilizzando il metodo della peer review sul modello delle principali agenzie internazionali di finanziamento della ricerca, come per esempio i National Institutes of Health (NIH) statunitensi.
I progetti della Statale finanziati dal bando Multi-round di Fondazione Telethon
Dario Besusso, ricercatore di Farmacologia al dipartimento di Bioscienze
Investigating the relationship between HTT CAG repeats, somatic instability and neuronal dysfunction in Huntington's Disease using a highly parallel stem cell-based single cell approach
Il progetto, guidato da Dario Besusso, ricercatore di Farmacologia al dipartimento di Bioscienze, si propone di comprendere le fasi attraverso cui si sviluppa la malattia di Huntington - patologia ereditaria causata dalla degenerazione dei neuroni e da una generale atrofia del cervello - a partire dal momento in cui nelle cellule cerebrali avviene la modificazione genetica che ne è responsabile, fino alla manifestazione della malattia in età adulta. Gli studi verranno condotti in modelli cellulari, sfruttando diverse tecnologie avanzate, per esaminare nel tempo le modifiche genetiche a carico delle cellule cerebrali e comprendere quindi il meccanismo molecolare alla base della malattia di Huntington e possibili approcci terapeutici.
Stefania Corti, docente di Neurologia al dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti
Treating CMT2A: MFN1 Gene Enhancement as a Therapeutic Strategy
Il gruppo di ricerca guidato da Stefania Corti, docente di Neurologia al dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti e membro del comitato scientifico del Centro di ricerca “Centro Dino Ferrari”- studierà la malattia di Charcot-Marie-Tooth di tipo 2A (CMT2A), una neuropatia periferica di origine genetica caratterizzata dalla degenerazione dei neuroni motori e sensitivi che provoca debolezza agli arti, atrofia muscolare e alterazione della sensibilità. La patologia è causata da mutazioni nel gene MFN2, che codifica per una proteina mitocondriale essenziale per la produzione energetica cellulare. Una sfida importante è la presenza di una variante tossica della proteina MFN2 che compromette l’equilibrio con la proteina MFN1. Studi su modelli murini suggeriscono che potenziare i livelli di MFN1 nel sistema nervoso potrebbe ridurre i sintomi della CMT2A. Un protocollo terapeutico avanzato basato sulla somministrazione del gene MFN1 potrebbe rappresentare un passo avanti verso una terapia efficace per la CMT2A e altre patologie neurologiche genetiche.
Thomas Vaccari, docente di Biologia applicata al dipartimento di Bioscienze
A Drosophila model of Type B Kufs/CLN13 disease to study pathogenesis and Cathepsin F function
Thomas Vaccari, docente di Biologia applicata al dipartimento di Bioscienze, guiderà un gruppo di ricerca su una forma di ceroidolipofuscinosi neuronale (CLN), un gruppo di malattie neurodegenerative ereditarie rare, chiamata CLN13 o malattia di Kufs di tipo B. Questa condizione è causata da mutazioni nel gene CTSF, che codifica per la catepsina F (CtsF), un enzima coinvolto nella degradazione delle proteine nei lisosomi. La malattia si manifesta in età adulta con sintomi come convulsioni, demenza e alterazioni motorie e di coordinazione. Recentemente, i ricercatori hanno creato, modificando il genoma della Drosophila melanogaster, il moscerino della frutta, un modello di questa malattia che riproduce la neurodegenerazione e altre alterazioni osservate nei pazienti. L’obiettivo del progetto è valutare l’impatto delle varianti di CTSF sul deficit neuro-motorio e altre disfunzioni, nonché indagare substrati di CTSF potenzialmente correlati alla malattia. Questo studio potrebbe aprire nuove prospettive per la comprensione genetica della patologia e lo sviluppo di future terapie.
“Siamo molto soddisfatti e orgogliosi del successo dei tre progetti vincitori del terzo round del bando Multi-round di Fondazione Telethon guidati dai nostri scienziati ai quali vanno le nostre congratulazioni – afferma Maria Pia Abbracchio, prorettrice vicaria e con delega a Ricerca e Innovazione dell’Università Statale di Milano. – “Dobbiamo ricordare che le malattie genetiche rare sono considerate “malattie modello”, più semplici e più facili da studiare rispetto ad altre malattie molto più diffuse, con le quali però possono condividere cause patogenetiche comuni. Ecco perché è così importante studiare le malattie rare, in quanto i nuovi bersagli molecolari e i nuovi approcci terapeutici che emergeranno, oltre a curare i pazienti affetti da queste patologie, potranno in futuro essere estesi anche a soggetti con malattie molto più frequenti all’interno della popolazione”.
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Dario Besusso
Dipartimento di Bioscienze -
Stefania Paola Corti
Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti
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