
Immagine tratta da Shutterstock.
La rivista npj | parkinson’s desease del gruppo editoriale Nature ha pubblicato uno studio, a cui ha preso parte anche il team di Mario Rango, neurologo e responsabile del Centro di eccellenza interdipartimentale di tecniche avanzate a Risonanza Magnetica di Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano e Università Statale di Milano, che approfondisce l’associazione tra le alterazioni nelle regioni cerebrali sottocorticali e i sintomi motori e non motori nella malattia di Parkinson.
Lo studio è stato condotto nell’ambito del consorzio internazionale Enigma-PD e ha permesso di analizzare le immagini di risonanza magnetica cerebrale 3D pesate in T1, i dati clinici di 2.525 individui con malattia di Parkinson e 1.326 controlli provenienti da 22 centri coinvolti nel consorzio Enigma, evidenziando modelli di morfologia e morfometria specifici per lo stadio della malattia, largamente in linea con lo stadio di degenerazione in corso.
“In particolare, sono state osservate differenze morfologiche e morfometriche delle strutture encefaliche sottocorticali, specifiche per i singoli stadi della scala di Hoehn e Yahr (HY, da 0 a 5) che definisce gli stadi di avanzamento clinico della malattia di Parkinson ed è stata evidenziata la correlazione con i sintomi motori e cognitivi” – ci spiega il professor Rango. “In questo modo siamo riusciti a osservare un progressivo assottigliamento del putamen a partire dallo stadio HY1, del nucleo caudato e dell'amigdala dallo stadio HY2, dell'ippocampo, del nucleo accumbens e del talamo dallo stadio HY3 e del globo pallido dall'HY4–5, dimostrando come le modifiche morfologiche e morfometriche delle strutture sottocorticali siano correlate ampiamente al tempo trascorso dalla diagnosi così come all'aggravarsi dei sintomi motori e delle prestazioni cognitive”.
Contatti
-
Mario Rango
Potrebbero interessarti anche