
Pericarditi recidivanti: nuove prospettive dallo studio PERIPLO.
Un nuovo studio internazionale ha identificato un potenziale marcatore immunitario che potrebbe aiutare a spiegare e monitorare il processo infiammatorio alla base della pericardite recidivante idiopatica (RP), condizione rara e spesso difficile da trattare, caratterizzata da episodi ripetuti di infiammazione del pericardio, il sottile foglietto che riveste il cuore.
Lo studio PERIPLO, pubblicato sulla rivista Jama Network Open, che ha coinvolto 142 pazienti in 9 centri di riferimento, ha rilevato che più della metà dei pazienti con pericardite recidivante attiva presentava autoanticorpi neutralizzanti contro uno dei principali mediatori antinfiammatori naturali dell’organismo, l’antagonista del recettore dell’interleuchina-1 (IL-1Ra). Questi autoanticorpi erano assenti nei pazienti in remissione. Nei pazienti in fase attiva, gli autoanticorpi si legano all’IL-1Ra e, di fatto, ne annullano l’azione protettiva.
«La pericardite recidivante è una condizione dolorosa e talvolta debilitante. I nostri risultati suggeriscono che, durante le fasi attive della malattia, l’organismo può produrre autoanticorpi temporanei che bloccano le difese del paziente nei confronti di una via infiammatoria cruciale», spiega Maddalena Alessandra Wu del dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche dell’Università degli Studi di Milano, Principal Investigator dello studio PERIPLO.
A differenza di altri marcatori autoimmuni e autoanticorpi talvolta osservati nella RP, gli autoanticorpi anti-IL-1Ra sembrano rappresentare una via immunitaria distinta, strettamente legata alla via di segnalazione dell’IL-1, un noto meccanismo alla base della pericardite.
«Nonostante alcuni dei risultati confermino osservazioni precedenti in contesti differenti, ciò che ci ha colpito in questo studio è la fortissima associazione tra la presenza di autoanticorpi anti-IL-1Ra e la RP attiva. Infatti, tutti i 25 pazienti identificati come sieropositivi presentavano malattia attiva al momento del prelievo», sottolinea Lorenz Thurner dell’Università del Saarland, Homburg, Germania, che ha guidato la scoperta di questi nuovi autoanticorpi.
Il fatto che gli autoanticorpi anti-IL-1Ra siano stati riscontrati in oltre la metà (53%) dei pazienti con RP attiva trova riscontro anche nella forte correlazione con i livelli elevati di importanti marcatori infiammatori nel sangue dei pazienti.
«A livello molecolare, in diversi studi precedenti non avevamo mai osservato un’associazione così stretta tra infiammazione e autoanticorpi anti-IL-1Ra», aggiunge Christoph Kessel dell’Ospedale Universitario di Münster, Germania). «Da questo punto di vista, i risultati ottenuti nella RP si distinguono in maniera particolare».
Un aspetto importante dello studio PERIPLO è stato anche la possibilità di seguire nel tempo alcuni pazienti, valutando in parallelo sia l’attività clinica della malattia sia lo stato anticorpale. In questo gruppo di pazienti, gli autoanticorpi scomparivano con la risoluzione dell’infiammazione, mentre le difese antinfiammatorie naturali dei pazienti si ristabilivano. Questo indica che gli autoanticorpi anti-IL-1Ra compaiono solo temporaneamente, in stretta relazione con le riacutizzazioni della malattia.
«Inoltre, dai dati di follow-up individuali così come dall’intero studio, non abbiamo osservato alcuna correlazione tra lo sviluppo di autoanticorpi e il trattamento con anakinra, un farmaco che mima l’IL-1Ra», sottolinea Antonio Brucato, direttore del Centro di riferimento per le malattie del pericardio dell’Università degli Studi di Milano. «Questo è un dato rassicurante, che conferma l’anakinra come trattamento di scelta nella RP».
Nel complesso, questi nuovi risultati evidenziano una complessa interazione tra infiammazione e autoimmunità nella RP e possono contribuire a spiegare perché alcuni pazienti vadano incontro a recidive mentre altri rimangano in remissione.
Sebbene i risultati siano promettenti, i ricercatori sottolineano la necessità di ulteriori studi, in particolare su coorti più ampie e con follow-up a lungo termine, per confermare il ruolo degli autoanticorpi anti-IL-1Ra nella progressione della malattia e nelle recidive.
Contatti
-
Antonio Luca Brucato
Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche
Potrebbero interessarti anche