Pubblicato il: 02/12/2022
Immagine tratta da Pixabay

Immagine tratta da Pixabay

L’Università Statale di Milano ha costituito il primo Osservatorio italiano sul diritto allo studio in carcere. Un organismo che, insieme ad altri innovativi progetti rivolti all’inclusione e al reinserimento sociale delle persone ristrette, punta a garantire il coinvolgimento attivo degli studenti detenuti, facendo emergere le loro proposte ed esigenze.  La prima riunione del nuovo Osservatorio si è tenuta nei giorni scorsi alla Statale, mentre le prossime sedute si terranno ogni due-tre mesi e potranno svolgersi anche negli istituti penitenziari che sono sedi del progetto.

Si tratta di un tema, quello del diritto allo studio in carcere, che vede l’Ateneo fortemente impegnato con il “Progetto Carcere”, di cui è referente il professor Stefano Simonetta, e che vede coinvolti tutti i dipartimenti della Statale: sono 34, infatti, i  corsi universitari frequentati e oltre 150 gli studenti ristretti iscritti, che costituiscono oltre il 15% del totale nazionale. L’Università Statale è così il primo Ateneo italiano per numero di studenti ristretti iscritti ai propri corsi. Gli istituti penitenziari coinvolti sono  quelli di Milano- Opera, Milano-Bollate, Milano S. Vittore, Pavia e, più recentemente, Vigevano, Voghera, Lodi e Monza dove operano 123 tutor, selezionati tra studenti dell’Ateneo che supportano gli studenti ristretti in ogni fase del loro percorso accademico: aiutandoli nella costruzione di un metodo di studio efficace, affiancandoli nella preparazione degli esami e occupandosi della gestione dei materiali didattici tra carcere e Biblioteche di Ateneo.

  In questo contesto, il neonato Osservatorio svolge la funzione di rappresentanza degli studenti ristretti, di monitoraggio periodico delle loro condizioni di studio e, infine, di ricerca, con riferimento all’impatto degli interventi formativi in carcere in termini di qualità della vita detentiva, di tutela e di ripristino di diritti, oltre che di estensione delle possibilità di reinserimento sociale.   Dell’Osservatorio fanno parte, oltre ai referenti dell’Università Statale di Milano, il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, I rappresentanti di Comune di Milano, tra cui il  Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale, i rappresentanti della  Regione Lombardia,  del corpo studentesco e di quello docente e una rappresentanza dei tutor universitari attivi nelle carceri e degli studenti ristretti.

Si tratta di un altro importante tassello che l'Università degli Studi di Milano aggiunge alle diverse attività volte all'implementazione del diritto allo studio. Siamo il primo Ateneo d'Italia ad attivare un organo specificatamente dedicato al diritto allo studio degli studenti ristretti. Ringraziamo le istituzioni che insieme a noi daranno vita a questo importante progetto, che avrà l'ambizioso compito di monitorare, approfondire e affrontare tutte le importanti e molteplici problematiche che gli studenti detenuti che affrontano un percorso di studi universitario incontrano”, spiega Marina Brambilla, prorettrice ai Servizi per la Didattica e agli Studenti dell’Università Statale di Milano.

 

Studenti ristretti diventano tutor con il  Bard Prison Project

Nella direzione dell’inclusione delle persone ristrette e di un loro coinvolgimento in attività di reinserimento sociale, va anche il progetto “Bard Prison Project - Studenti senza sbarre”, coordinato da Elena Landone, docente di Lingua spagnola e Didattica della Lingua spagnola. La Statale  in collaborazione con la casa di reclusione di Milano Bollate è, infatti, parte di una comunità internazionale  che, con il sostegno di Open Society University Network (OSUN) e la Incarceration Nations Network (INN), promuove la formazione universitaria nelle case di reclusione. Grazie al finanziamento del Consortium Capacity Building Grant for University-Prison Partnerships Outside the U.S. del BPI Consortium, in particolare, è stato avviato nel 2022 un progetto di tutoraggio gratuito da parte di studenti universitari ristretti rivolto a studenti e studentessse delle scuole superiori e universitari che necessitino sostegno nello studio di discipline umanistiche e scientifiche.

I tutor volontari sono detenuti in Articolo 21 (ovvero detenuti che lavorano e studiano fuori da carcere nell’ambito del proprio percorso rieducativo) e operano presso la sede della Statale in collaborazione con studenti dell'Ateneo non detenuti.  In particolare, spiega la professoressa Landone, “il progetto propone agli studenti che ne abbiano bisogno un tutor che incontreranno all’Università Statale, in spazi di studio, come le biblioteche, per le ripetizioni o un aiuto allo studio. All’incontro partecipa anche uno studente tutor non detenuto, come osservatore didattico, in quanto in formazione come futuro insegnante.  Lo studente che ha bisogno di ripetizioni può venire accompagnato in Ateneo o può anche scegliere la modalità online”.

Per richiedere un tutor o avere informazioni sul progetto scrivere a: bard.project@unimi.it

Contatti