Pubblicato il: 24/11/2022
La struttura del CUAMM a  Tosamaganga, in Tanzania, che ospita anche gli specializzandi della Statale - Foto Stefania Recalcati

La struttura del CUAMM a Tosamaganga, in Tanzania, che ospita anche gli specializzandi della Statale - Foto Stefania Recalcati

Quattordici studentesse e studenti di Medicina e Chirurgia e otto medici specializzandi dell’Ateneo hanno svolto esperienze e tirocini in Africa nell’ambito della collaborazione avviata dall’Università Statale di Milano con Medici con l’Africa CUAMM.

La collaborazione tra l’Ateneo e l’organizzazione impegnata nella cooperazione sanitaria in Africa, sancita da un protocollo, prevede una serie di azioni e iniziative di sensibilizzazione sui temi della salute globale e della cooperazione sanitaria, con la possibilità di tirocini e attività di formazione per studentesse e studenti della Statale e anche per medici africani che lavorano nelle strutture dove opera CUAMM. E’ una collaborazione volta a rafforzare la mobilità internazionale e lo scambio continuo di competenze tra Italia ed Africa, anche attraverso il prezioso lavoro degli specializzandi e delle studentesse e studenti di Medicina. Esperti del CUAMM, inoltre, sono coinvolti, in veste di docenti e relatori, nel Master in Global Health della Statale, dedicato proprio ai temi della salute globale, coordinato dal professor Mario Raviglione.

I 14 studenti di Medicina, in particolare, sono stati coinvolti nel Wolisso Project, progetto nato nel 2005, che coinvolge CUAMM e il SISM – Segretariato Italiano Studenti in Medicina, rivolto a studenti di Medicina di tutta Italia, e che permette loro di trascorrere un mese di tirocinio formativo presso l’ospedale di Wolisso, in Etiopia. Gli 8 medici specializzandi, invece, sono partiti grazie al progetto JPO, "Junior Project Officer", che offre l'opportunità agli specializzandi che intendono prepararsi per un futuro impegno di cooperazione sanitaria internazionale di fare un'esperienza in Africa riconosciuta nel loro percorso di giovani medici. Il progetto, che prevede attività di formazione prima della partenza, si rivolge in particolare a specializzandi di Chirurgia, Ginecologia e Ostetricia, Igiene e Medicina Preventiva, Malattie Infettive e Tropicali, Area internistica, Pediatria.

A sottolineare il valore della proposta del CUAMM, sia dal punto di vista della formazione medica che dell’esperienza umana, è Stefania Recalcati, medico ricercatore, docente di Patologia Generale presso il dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute: “Quest’estate – ci racconta la professoressa  Recalcati - sono stata in Tanzania, in particolare a Tosamaganga, Iringa, che è una delle sedi in cui vanno i nostri specializzandi con progetti JPO. Ho avuto modo di vedere da vicino le realtà locali, l’ospedale, ma anche i centri di assistenza sanitari più piccoli che si trovano vicino ai villaggi. Ho potuto incontrare specializzandi e studenti italiani, confrontarmi con loro “sul campo”, vedere come sia attiva l’integrazione con il personale locale. Ognuno di questi specializzandi o studenti mi ha comunicato grandissimo entusiasmo per questa esperienza, pur non negando la difficoltà per situazioni lavorative ed umane che si incontrano. Ho conosciuto medici italiani che hanno scelto di lavorare in Africa per lunghi periodi ed ho conosciuto medici africani, che lavorano in sinergia con i colleghi italiani: “medici CON l’Africa”.

E aggiunge: “E’ stata sicuramente un’esperienza personale molto positiva, alimentata da un desiderio nato tanto tempo fa quando anch’io ero studentessa di Medicina ed ho frequentato il corso base del CUAMM a Padova, nell’intento di partire con loro. Poi per me le cose sono andate diversamente, ed ora come docente universitario, sono felice di poter dare un contributo affinchè i studenti e specializzandi della nostra università possano fare questa esperienza, perché sono fermamente convinta che rappresenti un arricchimento personale/professionale importante. L’Africa ci può insegnare molto su come fare i medici anche qui in Italia: “quello che ci insegna l’Africa” come scrive don Dante Carraro (medico e direttore di CUAMM, ndr) nel suo libro”.