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Nature Scientific Reports pubblica uno studio dell’Università Statale di Milano che riporta una nuova sostanza macromolecolare risultata particolarmente attiva nell’inibire infezioni virali da parte sia di HIV che di virus fiancheggiatori come HSV e HPV.
Ordinario di Oncologia Medica all'Università Statale di Milano e direttore della Struttura Complessa Oncologia Falck e del dipartimento di Ematologia e Oncologia all'Ospedale Niguarda, il professor Siena, per il secondo anno consecutivo, è lo scienziato oncologo più citato al mondo per gli studi sui tumori solidi dell'adulto e la ricerca e sviluppo di nuove terapie oncologiche.
Dimostra la presenza nelle meningi di cellule staminali neurali che anche dopo la nascita formano nuovi neuroni per il cervello, lo studio internazionale pubblicato da Cell Stem Cell, e partito dalla Statale di Milano e dall’Università di Verona.
Cell Reports pubblica uno studio dei ricercatori dell’Università Statale di Milano sui fattori di trascrizione che diversificano, nelle fasi dello sviluppo prenatale, i diversi tipi di muscolo scheletrico.
Scientific Reports pubblica uno studio dell'Università Statale di Milano e Ospedale Niguarda che per la prima volta identifica, in oltre un paziente su due, una correlazione tra la malattia e una porzione di DNA presente nelle cellule leucemiche che non è di tipo umano.
La rivista scientifica Immunity pubblica uno studio coordinato da Sergio Abrignani e Massimiliano Pagani - sulle cellule T regolatorie che aumentano di numero nei tumori e sono particolarmente efficaci nello spegnere la risposta immunitaria antitumorale.
La rivista Molecular Psychiatry pubblica uno studio dell’Università Statale di Milano che dimostra gli effetti a lungo termine di un singolo evento stressante nella corteccia cerebrale.
Cell Stem Cells pubblica uno studio svedese realizzato all’Università di Lund dal gruppo di Malin Parmar, partner del Consorzio europeo Neurostemcellrepair, coordinato dall’Università Statale di Milano, nel cui ambito sono state sviluppate queste ricerche.
La rivista Cell Transplantation pubblica uno studio - guidato dall'Università Statale di Milano - che dimostra come pazienti con diabete di tipo 1 fisicamente attivi riescano a controllare meglio la glicemia, riducendo il bisogno di insulina esogena e gli episodi ipoglicemici, rispetto ai pazienti sedentari.